- the radiant ancient Venus, from the white foam of the sea, has retired into the depths of a cave, 2023
- Alibi (I - VI), 2023
- From a Distant Proximity, 2019
- Sperella, 2022
- Tiepido, 2022
- SAREI, 2021
- Trust Me With Your Full Weight, 2020
-
En Apesanteur / En Apesanteur_Touchée, 2019
-
Sandokan, 2024
- Prima di addormentarmi 2024
- Epoché (Between Us), 2019
- Phantasma, 2019
- Life is Wet, 2019
-
D’acqua, 2020
- at a proximateDISTANCE, 2021
-
Two
Ways Ereasure, 2018
- Entangled, 2019
- Nocturnal Musings on One’s Self, 2019
©2024 Mag-Exs
at a prosimateDISTANCE
performance site-specific presso SpazioSERRA, Milano, 2021
Performance in tre atti con Katarina Nesic . A cura di spazioSERRA. Testo critico di Francesco Ferrante.
Vedere non è un atto passivo. Il modo in cui vediamo, in cui siamo viste, e in cui rispondiamo all’essere viste, risponde a dinamiche di potere e di genere legate alla presenza e alla visibilità nello spazio pubblico.
at a proximateDISTANCE lavora attraverso i corpi delle artiste, delle persone in transitano e dello spazio stesso, per interrogare temi di visibilità, sorveglianza e libertà. un non-luogo configurato come un panopticon. La performance si articola in risposta alla struttura panottica dello spazio espositivo, ai suoi materiali di costruzione (vetro e acciaio), e al non-luogo in cui è calato (il passante ferroviario), per sfidare le opposizioni binarie di visibilità/invisibilità, vedere/agire, dentro/fuori, arte/non-arte.
Vetro e acciaio, corpi e pittura, diventano strumenti e lenti critiche per queerizzare lo spazio. Velare e svelare sono elementi chiave di questo processo: la trasparenza del vetro è l’inizio e la fine della performance, che agisce sulla libertà e sul potere di tutti i corpi che lo incontrano.
Atto 1 / Dwell out of sight
Le vetrate, cornici che dirigono lo sguardo verso l’interno dello spazio, vengono velate: mutano
così la loro funzione e diventano simili a muri. Allo stesso tempo ne viene svelata la presenza: non
sono meccanismi invisibili, ma anzi indispensabili alla funzionalità dello spazio. Nesic improvvisa
all’interno e intorno a spazioSERRA, superando il binarismo tra interno da vedere ed esterno dal
quale osservare. Mentre i gesti performativi di Nesic si dissolvono nel loro susseguirsi, Tritto, vela
i vetri dello spazio muovendosi come un orologio, marcando il tempo di questa trasformazione.
Atto 2 / In between there’s always surface
Nesic si muove dentro spazioSERRA, ma il suo corpo è solo visibile attraverso le azioni che Tritto
compie sulla struttura dello spazio. Al pubblico viene richiesto uno sforzo maggiore: deve avvicinarsi
allo spazio per vedere al suo interno.
Atto 3 / Now we dance
La struttura di spazioSERRA viene nuovamente svelata, un pezzo alla volta, fino a tornare al suo
stato originale. La struttura è ciò che rimane al termine della performance, la traccia del processo
resta nell’idea di chi ha assistito.